Prestiti senza interessi per gli iscritti under 35 di Cassa Forense. Una tra le tante iniziative di welfare sociale dell’Ente di Previdenza degli Avvocati, che punta a ridurre il gap generazionale fra colleghi consentendo ai più giovani di accedere al mercato del credito.
Il bando offre l’erogazione di finanziamenti finalizzati all’allestimento ed al potenziamento dello studio legale e prevede l’abbattimento al 100% degli interessi passivi e il rilascio di fidejussione da parte di Cassa Forense per coloro che abbiano dichiarato un reddito professionale inferiore ad € 10.000,00.
Il servizio prestiti, che sarà attivo per tre anni, verrà rilasciato per il tramite della Banca Popolare di Sondrio, che si è aggiudicata la gara, a vantaggio di avvocati iscritti alla Cassa da almeno 2 anni e che non abbiano compiuto il 35° anno di età alla data di presentazione della domanda.
Fra i requisiti previsti, l’essere in regola con l’invio del MOD.5 e con il pagamento dei contributi; l’aver dichiarato un reddito netto professionale non superiore ad € 40.000,00; non avere in corso un altro prestito riguardante precedenti bandi della Cassa Forense.
Il finanziamento, compreso fra i 5.000,00 e i 15.000,00 euro, avrà una durata da 12 a 60 mesi e sarà rimborsabile con rate mensili, senza spese di incasso e senza penali in caso di estinzione anticipata.
Per il bando Cassa ha stanziato per il 2022 € 1.000.000,00 per il pagamento degli interessi passivi relativi all’intera durata del prestito e di € 2.500.000,00 per la garanzia fidejussoria.
La richiesta di prestito dovrà essere inviata entro e non oltre il 31/10/2022 con procedura on line sul sito della Cassa (www.cassaforense.it).
“L’iniziativa – commenta il Consigliere delegato alla Comunicazione di Cassa Forense, Giancarlo Renzetti – vuole contribuire ad alleviare gli effetti della pandemia, che ha duramente colpito soprattutto i colleghi più giovani. Welfare sociale per Cassa Forense significa anche ridare fiducia alle nuove generazioni. Quelle che, sentendosi abbandonate, rischiano di gettare la spugna e rinunciare alla professione”.