Di tasse, manette e ingiusto processo tributario

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L’evasione fiscale, il carcere, titoli di giornali che parlano di manette. Tema attualissimo di cui si occupa uno studioso del calibro del professor Maurizio Villani con un intervento che guarda il fenomeno sotto un altro aspetto: che strumenti ha, per difendersi, il cittadino onesto, quello che le tasse le paga, e al quale magari arriva la classica “cartella pazza”.
“A scanso di equivoci – spiega Villani – faccio presente che è giusto combattere l’evasione fiscale, anche se le cifre che vengono pubblicate non mi convincono del tutto in quanto basate su generiche presunzioni. In ogni caso, secondo me, ciò che manca nell’attuale dibattito politico e mediatico è l’approfondimento sul concetto di evasione fiscale e, soprattutto, l’analisi sui
grossi limiti di difesa che ha l’onesto cittadino–contribuente al quale viene notificato un avviso di accertamento o una cartella esattoriale per importi non dovuti”.
Già, perché l’evasione non è solo quella del commerciante o del professionista infedele che non emette fattura o scontrino. C’è ad esempio quella “da interpretazione”, causata da una normativa fiscale complessa, confusa e contraddittoria, c’è l’evasione causata dai ritardi della pubblica amministrazione, che costringe il contribuente a pagare tempestivamente le tasse, lo stesso che poi attenderà mesi o anni per incassare il dovuto.
“Chiarito che, quando si parla di evasione fiscale non si deve fare di tutta un’erba un fascio – prosegue Villani – l’altro importante tema che viene sistematicamente e pubblicamente ignorato è la grave limitazione che ha il contribuente nell’esercitare correttamente ed efficacemente il proprio diritto di difesa. Oggi, infatti, per il principio del c.d. doppio binario, il contribuente, in alcune particolari situazioni, con il rischio di sentenze contrastanti e contraddittorie, deve difendersi in sede penale e in sede tributaria, presso le Commissioni tributarie, composte da giudici a tempo parziale, nominati su proposta del MEF, che percepiscono 15 euro nette a sentenza depositata e nulla per le sospensive”.
“Oggi, in Parlamento, sono presenti sei disegni di legge per una generale ed organica riforma della giustizia tributaria, con la previsione di giudici professionali, competenti, vincitori di concorso pubblico, ben retribuiti e dipendenti dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e non più dal MEF, come ho più volte scritto nei miei articoli pubblicati… Nell’attuale caotica e complessa situazione del fisco italiano, non dobbiamo meravigliarci se poi gli imprenditori si suicidano, falliscono o trasferiscono la propria sede all’estero, facendo perdere opportunità e posti di lavoro in Italia.
L’unica soluzione, conclude il professore, è “ridurre le imposte e semplificare gli adempimenti fiscali, incidendo fortemente sull’elefantiaca spesa pubblica. Già oggi ci sono gli strumenti, amministrativi e penali, per combattere efficacemente e seriamente l’evasione fiscale, senza crearne dei nuovi o minacciarne altri”.
Anche perché la minaccia penale non ha mai risolto il problema dell’evasione. Lo dicono anche i numeri: ad oggi, rispetto al totale dei detenuti al 30 settembre 2019, in tutto 60.881, quelli per reati fiscali rappresentano quasi lo 0,5%. Per l’articolo completo vi rimandiamo al sito del prof. Villani.