La bacchettata al Riesame arriva dalla Cassazione: su Marcello De Vito, ex presidente del Consiglio Comunale di Roma arrestato nell’inchiesta sul nuovo stadio della Roma, è stata messa in atto “una operazione interpretativa” con accuse “addomesticate” che “non possono logicamente desumersi dagli ulteriori dati indiziari“.
Ne parlano oggi tutti i giornali. Sul Fatto si legge che “Da parte dei giudici ci sarebbe stata “l’applicazione di una sorta di proprietà transitiva” che necessitava “di adeguata verifica”. Tradotto: le accuse a Marcello De Vito e al suo ex socio, l’avvocato Camillo Mezzacapo, non reggono. La Cassazione smonta così l’impianto accusatorio nei confronti del presidente (sospeso) dell’Assemblea capitolina, arrestato il 20 marzo scorso nell’ambito di un filone parallelo all’inchiesta sulla realizzazione dello stadio dell’As Roma, in capo alla Procura di Roma. “Continuerò a difendere la mia innocenza, la mia reputazione e la mia onestà in ogni sede, sempre con la dignità che mi contraddistingue dagli altri miei colleghi, che senza scrupolo alcuno fanno comodi proclami senza dimostrare fiducia, garantismo e senza nemmeno il coraggio di autocritica“, ha fatto sapere De Vito in serata.

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