Quando si dice punti di vista. Dando un’occhiata ai giornali della mattina, sono due pezzi su due testate di orientamento piuttosto distante – il Fatto Quotidiano e il Foglio – a occuparsi dello stesso argomento ma, diciamo così, con prospettive molto diverse.
Il tema è quello della nomina del nuovo direttore del Dap, l’amministrazione penitenziaria, che vede il Fatto schierarsi decisamente per il pm Nino Di Matteo, il magistrato che ha condotto il processo sulla trattativa Stato mafia. Ripercorrendo dopo sei giorni una notizia già pubblicata sui giornali locali, il quotidiano diretto da Marco Travaglio spiega che i boss reclusi in regime di carcere duro sarebbero terrorizzati dall’eventuale nomina di Di Matteo al vertice del Dap e addirittura direbbero – intercettati parlando fra loro – “così non usciamo più”.
Tutt’altra chiave interpretativa per il giornale che fu di Giuliano Ferrara, che ragionando sulla nomina imminente spiega che sarà Francesco Basentini, attuale procuratore aggiunto a Potenza, il nuovo capo del Dipartimento, proposto dal ministro Bonafede. Un pezzo che si diletta poi, non senza una certa malizia, di ricordare tutte le cariche che Di Matteo si è visto attribuire vanamente. Due articoli tutti da leggere.