“Delegittimare un magistrato appellandosi al consenso popolare – io sono stato eletto, tu no – non mette in crisi l’intero sistema giustizia, e con esso tutti i soggetti coinvolti, avvocati in primis?” David Ermini, neo eletto vice presidente del CSM, affronta l’uditorio di Sorrento con una domanda retorica.
Davanti si trova gli avvocati riuniti nel Congresso delle Camere penali, freschi di polemica con il ministro Bonafede, che alla riunione invece non si è presentato inviando una lettera. Ha buon gioco dunque a parlare di “populismo giuridico”. Il riferimento è a Salvini, alle sue parole quando aprì in diretta fb l’avviso di garanzia notificatogli al Viminale per il caso Diciotti. La mattina invece Ermini aveva polemizzato con i Cinque stelle sulla proposta di sorteggio per i membri del Csm. “Piena contrarietà – dice il vice presidente – non solo per l’evidente violazione dell’articolo 51 della Costituzione, ma anche per l’assoluta irrazionalità di selezione dei candidati”

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