Csm, Criscuoli lascia. Atto d’accusa contro i colleghi

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“Indebite interferenze esterne” e ” comportamenti scomposti” da parte di alcuni colleghi consiglieri e alcuni componenti dell’Anm. Con una lettera aperta, il consigliere togato del Csm Paolo Criscuoli si e’ dimesso. È il quinto consigliere a lasciare Palazzo dei marescialli dopo lo “scandalo” delle nomine.
Nella lettera agli iscritti dell’Associazione nazionale magistrati, Criscuoli scrive che “quando ho comunicato la mia intenzione di riprendere la mia attivita’ consiliare, ho dovuto
constatare che alcuni consiglieri togati avevano rappresentato all’ufficio di Presidenza, che evidentemente ne ha preso atto, l’intenzione di abbandonare i lavori del plenum ovvero di non
parteciparvi facendo mancare il numero legale qualora l’avessi fatto. Tale fatto di evidente e non dissimulata conculcazione delle mie prerogative di componente in carica del Csm e’ stato
seguito da ulteriori indebite iniziative anche da parte di alcuni componenti della Anm”.
“E’ la legge a stabilire i presupposti per la sospensione o per la decadenza dalla carica di consigliere – prosegue l’ex consigliere – il quale al di fuori di tale ipotesi ha il diritto di espletare il suo mandato”. E ancora, “Con profondo rammarico comunico che ho rassegnato direttamente nelle mani del Presidente della Repubblica le mie dimissioni quale componente del Consiglio Superiore della Magistratura, chiedendo contestualmente il collocamento in ruolo. Compio questo gesto esclusivamente per il profondo rispetto che nutro nei confronti dell’Istituzione e del suo Presidente, pur consapevole che avevo pieno diritto ed anzi sentivo il dovere di continuare a ricoprire la carica consiliare”. A Criscuoli con una nota il Capo dello Stato ha fatto giungere il suo apprezzamento per il senso di responsabilità istituzionale mostrato.