“Ragionando per ipotesi, a meta’ dell’anno prossimo, se si sara’ accertata una responsabilita’, ci potrebbe essere la richiesta di rinvio a giudizio”. Nella giornata del ricordo, a un anno esatto dalla tragedia di Ponte Morandi, parla il procuratore di Genova Francesco Cozzi.
“Allo stato, tutti gli ambiti di competenza di chi ha avuto a che fare col ponte sono stati individuati”, spiega, dettando un calendario ipotetico dell’inchiesta: “Le indagini, con ogni probabilità, potrebbero essere chiuse nei primi mesi del prossimo anno. A dicembre verrà depositata la perizia sulle cause del crollo. A quel punto gli accertamenti potranno concludersi”. Esclude il rischio della prescrizione, Cozzi, ricordando la stagione di grandi sciagure che hanno colpito il capoluogo ligure, dalla Torre piloti alle alluvioni, e spiega: “La prima risposta da dare e’ una: nelle condizioni in cui era, il ponte era idoneo a quel traffico senza limitazioni? È la parte piu’ importante da accertare e cioè se poteva essere tenuto aperto. Se fosse in condizioni di essere in funzione. Tutto il resto è importante ma non prioritario. L’unica ipotesi che mi sento di scartare è che sia stata una fatalità. Il ponte Morandi non ce la faceva più a reggere”.
L’indagine in ogni caso “non è di ricerca di capri espiatori o di facili soluzioni da offrire in pasto per risolvere in modo disinvolto questioni complesse; ma una rigorosa risposta alla domanda di ricerca di verità”, conclude il procuratore.

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