Corrotti, “il Daspo è un bel messaggio e non è a vita”

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Il Daspo perpetuo per i corrotti è “un bel messaggio… vuole dire ‘attenti, se fate i corrotti non lavorerete mai più nel settore pubblico’. Ma altrettanto avviene nelle misure di prevenzione, laddove gli effetti del decreto applicativo delle misure di prevenzione sono conseguenza perpetua. E’ la riabilitazione che attenua questi effetti senza tempo” e “anche in questa disciplina vi è la possibilità di ottenere la riabilitazione, con meccanismi di coerente severità che pero’ prevedono la valutazione della cessazione dell’interdizione, quando sia stata comminata come pena perpetua”.
Così il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, davanti alle Commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia, sull`esame del disegno di legge sui reati contro la pubblica amministrazione.
“L’espressione ‘Daspo a vita’ non corrisponde nemmeno lontanamente al contenuto della disciplina – continua De Raho -in realtà si tratta di tutt’altro: il Daspo è un provvedimento amministrativo del questore, che non ha nulla a che vedere con le pene accessorie previste”. “La disposizione contenuta nella legge esclude una interdizione perpetua, ma nello stesso momento evidenzia come il soggetto deve tenere buona condotta altrimenti la riabilitazione non ce l’ha. Credo sia positivo, un fatto importante per chi ha introdotto il germe della corruzione nei nostri circuiti”.