Quarantamila euro l’anno, ottanta ore, ergo cinquecento euro l’ora. A fare i conti in tasca alla dottoressa Rosaria Giordano, magistrato di Cassazione, ma anche al Csm e al M5S è il presidente del Consiglio di Presidenza della giustizia tributaria, Antonio Leone, in una lunga dichiarazione alle agenzie di stampa.
“Il Csm – attacca Leone – ha autorizzato per i prossimi tre anni la dott.ssa Giordano, per un tempo massimo di 80 ore l’anno e per un compenso di 40.000 euro l’anno, a redigere pareri sui vari progetti del governo. Facendo un veloce ‘conticino’, entreranno nelle tasche della dott.ssa Giordano oltre 500 euro l’ora. Non avrebbe guastato in tempi di contenimento della spesa pubblica una maggiore sobrietà, soprattutto da parte del capo di una forza politica che dei tagli e degli stratagli ne ha fatto una bandiera”.
Magistrato in servizio al Massimario della Cassazione e giudice tributario a Napoli e Latina, Rosaria Giordano ha ricevuto infatti il via libera di palazzo dei Marescialli allo svolgimento di una consulenza tecnico-giuridica per il capo dell’esecutivo, Giuseppe Conte. “Credo che questo incarico appanni fortemente la terzietà tipica del magistrato. Per evitare confusione di funzioni, esiste (o dovrebbe esistere) il fuori ruolo! Aver autorizzato questo incarico mi pare un escamotage per aggirare la legge Severino, che fissa in dieci anni massimo gli incarichi lontano dalla giurisdizione. Un grave precedente”, spiega ancora Leone, che rincara la dose: “Mi stupisce, infine, chi si è rifugiato dietro l’astensione, come Piercamillo Davigo che da sempre, almeno negli spot, si dichiara contrario alla commistione fra politica e giustizia. E non mi si venga a dire che si tratta di una consulenza tecnica: la politica del governo si fa con i provvedimenti di legge!”.

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