Codacons pignorato per 300 mila euro: “A settembre rischiamo di chiudere”

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La cartella esattoriale estiva sicuramente mette i brividi nonostante le temperature bollenti. Se a questa segue il pignoramento da parte dell’Agenzia delle Entrate, la faccenda diventa serissima. E riguarda tanto i comuni mortali, quanto associazioni storiche come il Codacons dell’avvocato Carlo Rienzi, che lancia una appello al Presidente della Repubblica, oltre che al premier, ai suoi vice e al ministro dell’Economia.
“Dopo oltre 30 di battaglie a tutela dei cittadini e dei consumatori e migliaia di cause vinte in favore dei più deboli – si legge sul sito dell’associazione – il Codacons rischia di chiudere e scomparire dal panorama dell’associazionismo italiano”. Colpa del pignoramento da 300 mila euro da parte delle Entrate, che ha bloccato i conti in banca. “Al centro della questione il contributo unificato che il Codacons, in qualità di Onlus, non è tenuta a pagare sugli atti legali portati avanti a difesa della società e della collettività, ma che il fisco italiano continua a richiedere in modo ossessivo fino ad arrivare al recente pignoramento, deciso sulla base di interpretazioni della norma totalmente errate”.
“Nell’ultimo anno il Codacons ha avviato più di 300 ricorsi nei tribunali di tutta Italia tesi ad affermare i diritti dei cittadini, azioni che ora, a causa del pignoramento dei beni dell’associazione, dovranno essere interrotte – attacca Rienzi – Non solo. Se il ministro Tria non spiegherà in modo chiaro all’Agenzia delle entrate che il contributo unificato non si può
applicare alle Onlus, dal prossimo settembre la più importante organizzazione dei consumatori italiana sarà costretta a chiudere progressivamente tutte le proprie sedi fino ad arrivare a portare i libri in tribunale e dichiarare fallimento”.