Nove anni per arrivare a mettere un punto, che certo non è quello sperato dalla famiglia. Un punto che è la sconfitta della giustizia: la prescrizione.
La vicenda è quella del processo Cucchi, nel quale la procura ha chiesto l’estinzione del reato per i medici dell’ospedale Sandro Pertini, accusati di omicidio colposo. “Il Procuratore generale Mario Remus sottolinea la resa giudiziaria implicita in questo (inevitabile) passaggio – scrive Ilaria Sacchettoni sul Corsera – Perché qualunque sia, a questo punto, l’ esito del processo bis nei confronti dei carabinieri accusati di aver picchiato Cucchi, o di quello eventuale verso ufficiali e sottoufficiali che, secondo la nuova inchiesta della Procura, depistarono le indagini, è certo che nel reparto dell’ ospedale «Pertini» si verificarono «negligenze imperdonabili»”.
“Di più: è lecito parlare, secondo Remus, di una mancanza di «umanità» da parte dell’ ospedale. Non solo Cucchi non fu trattato con la dedizione e il riguardo che meritava. Ma, come sottolinea anche l’ avvocato del Campidoglio (parte civile), Enrico Maggiore, ci furono lacune e superficialità imperdonabili. La prescrizione ora “è frutto dei depistaggi dell’Arma secondo la famiglia Cucchi – prosegue l’articolo – In questa direzione il commento dell’ avvocato Fabio Anselmo: «Credo che la dichiarazione di prescrizione sia lo stigma finale di sette anni di depistaggi dei quali, dal 21 maggio (giorno in cui è fissata l’ udienza davanti al gip per gli otto carabinieri indagati dal pm Giovanni Musarò, ndr ) in poi, saranno chiamati a rispondere generali e alti ufficiali dell’ Arma dei carabinieri». Sul punto interviene anche la sorella di Stefano, Ilaria Cucchi: «Un processo del tutto sbagliato fatto a spese e sulla pelle della nostra famiglia che ha pagato un prezzo altissimo ma che, fortunatamente, oggi si trova in una fase completamente diversa”.

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