Bullismo, legge in arrivo. Via dalla famiglia i minori “non rieducati”

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Minori allontanati dalla famiglia dal Tribunale in caso di reiterati episodi di bullismo e del fallimento del percorso di rieducazione. Lo prevede, per i casi piu’ gravi, la legge che la Commissione Giustizia della Camera ha approvato e che arrivera’ in Aula lunedi’ prossimo. La legge istituisce anche un numero verde per le vittime: il 114.
Il testo approvato prevede una parte penale per i maggiorenni che accomuna il bullismo allo stalking (articolo 612 bis del codice penale). Molto piu’ articolata la parte preventiva ed
rieducativa, nel caso in cui il bullo sia un minore, e infatti si interviene sul processo penale minorile. La legge prevede che qualsiasi soggetto, nella scuola e fuori da essa, possa segnalare i casi di bullismo al Procuratore, il quale gira al Tribunale dei minori la segnalazione. Il Tribunale apre quindi un procedimento in cui stabilisce “gli obiettivi” di un percorso
di rieducazione del “bullo”, mentre i dettagli dei “progetto” rieducativo vengono definiti dai servizi sociali insieme alla famiglia. Concluso il “progetto”, e “comunque con scadenza annuale”, il servizio sociale “trasmette al Tribunale per i minorenni una relazione che illustra il percorso e gli esiti dell’intervento. Il Tribunale per i minorenni, valutate le risultanze attestate nella relazione e sentito il minorenne e i genitori o gli esercenti la responsabilita’ genitoriale, con decreto motivato, puo’ dichiarare concluso il percorso rieducativo, proseguire il percorso e il progetto; disporre l’affidamento del minorenne ai servizi sociali; oppure “disporre il collocamento del minorenne in una comunita’, qualora gli interventi appaiano inadeguati”.
In Commissione hanno votato a favore i deputati della maggioranza mentre quelli del centrodestra hanno votato contro. La legge modifica anche le sanzioni pecuniarie per i genitori che non mandano i figli a scuola. Finora essa riguardava solo le famiglie che non facevano frequentare ai figli le elementari, mentre la legge lo estende per i casi in cui i genitori non fanno frequentare ai figli tutte le scuole obbligatorie.