Avvocati in pericolo: una Giornata per ricordarli

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Avvocati nel mirino da sempre, oggetto di minacce, violenze, vittime d’omicidio. Si celebra il 24 gennaio la Giornata Internazionale dell’Avvocato in pericolo, per ricordare il massacro di Madrid del 1977, quando cinque giuslavoristi furono uccisi da un commando di estrema destra nel periodo di transizione tra la dittatura franchista e la democrazia.

Una data che l’Osservatorio Internazionale degli Avvocati in pericolo (OIAD) ha scelto per attirare l’attenzione su tutti i colleghi che ogni giorno rischiano la vita nell’esercizio della loro professione –  a cominciare da Nasrin Sotoudeh, avvocatessa iraniana, condannata in contumacia nel 2018 a 33 anni di prigione e 148 colpi di frusta per aver difeso le donne che avevano tolto il velo – ma che anche in Italia il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma e il Comitato Pari Opportunità celebrano ricordando i caduti dell’Avvocatura del nostro Paese e all’estero.

Dal 1948 a oggi, in Italia sono stati 37 gli avvocati assassinati, 37 martiri uccisi per difendere piccoli e grandi diritti o per servire il Paese, da Giorgio Ambrosoli a Massimo D’Antona, da Marco Biagi a Nino D’Uva, a Lorenzo Claris Appiani. Eroi civili che recentemente l’Ordine di Roma ha ricordato in un volume scritto a più mani, Tributo di Toga.

Fuori dai confini nazionali, la Giornata 2020 è stata dedicata al Pakistan, a sostegno delle avvocatesse e degli avvocati che in quel paese subiscono una forte limitazione della libertà personale e di espressione, ragione per la quale i rappresentanti del CPO e del COA di Roma hanno invitato ad un incontro l’ambasciatore del Pakistan in Italia.

Tornando in Italia, ferve in questi mesi il dibattito in seno agli organismi rappresentativi dell’Avvocatura, e si fa più forte la pressione sulla politica, per introdurre il ruolo del difensore in costituzione: la memoria di questi martiri della professione forense intanto ci ricorda che questo ruolo è stato già scritto col sangue.