Si chiudeva l’era di Mario Monti, si apriva quella di Enrico Letta, in quel 2013 così lontano che pare ormai il secolo scorso. In quell’anno, a Napoli, veniva gambizzato un avvocato mentre portava il figlio a scuola. Fu un’indagine lampo ad assicurare alla giustizia l’imputato, poi condannato, un uomo che aveva perso con il professionista un contenzioso civile. Da allora, la sentenza non è arrivata. A sei anni dai fatti, e 21 mesi dopo la condanna, il 9 maggio 2017, le motivazioni si fanno attendere.
Dell’ennesimo caso esemplare di giustizia lumaca si occupa Leandro Del Gaudio sul Mattino di Napoli, che aggiunge una nuova puntata alla vicenda: “un esposto spedito ieri mattina in Procura, ma anche al presidente del Tribunale, al procuratore generale e al Consiglio dell’ Ordine degli avvocati proprio dal penalista che ha curato la parte civile per conto del collega ferito. In sintesi, scrive il legale nella sua denuncia, «ad oggi (14 febbraio del 2019) non è stata depositata la motivazione della sentenza», passaggio necessario per andare in appello o per rendere esecutiva la sentenza. Si chiedono interventi drastici, «di accertare le cause di tale deprecabile comportamento omissivo da parte della sezione del Tribunale, che già ha arrecato, pur con rischio del decorso dei termini di prescrizione del reato, un gravissimo vulnus alla costituita parte civile». Un esposto al quale viene allegata anche una dichiarazione della cancelleria della sezione indicata, con cui si attesta «la mancanza di deposito delle motivazioni». Insomma, quasi due anni dopo il verdetto, niente deposito delle motivazioni, un limbo insopportabile per tutti: impossibile avanzare richiesta di risarcimento del danno da parte del civilista ferito, mentre sullo sfondo la mannaia della prescrizione. E non è tutto. A rendere questa vicenda odiosa, lo status dell’ imputato che è da tempo a piede libero. Ma quali sono i termini del deposito delle motivazioni? Secondo la lettura della sentenza, i giudici si erano concessi novanta giorni per scrivere le motivazioni”.
Un caso non isolato, conclude Il Mattino. Purtroppo, aggiungiamo noi, non solo a Napoli.

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