Arresti frettolosi e risarcimenti fantasma. Se finisce dentro un innocente

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Una specie di libro bianco degli innocenti in carcere nelle due pagine a fronte della Stampa dedicate ai nodi della giustizia. Si parla di risarcimenti per l’ingiusta detenzione, oltre 27 mila casi dal 1992 costati allo stato quasi 700 milioni di euro.
“Anche nel 2018 gli errori commessi dai magistrati sono stati parecchi – scrivono Femia e Pinna – E sono costati allo Stato anche tanti soldi. Il ministero della Giustizia per la prima volta ha deciso di non divulgare i dati, ma tutti i risarcimenti rientrano nei capitoli di spesa del ministero dell’Economia. E così si scopre che i casi sono stati 896 e che gli indennizzi per ingiusta detenzione hanno superato i 33,5 milioni… Nelle statistiche ci sono solo nomi e cognomi di chi ha avviato un procedimento contro lo Stato e ottenuto un risarcimento. Ma non includono tutti quelli che hanno una sentenza di assoluzione definitiva in tasca e si sono visti respingere la domanda. Quantificarli non è facile, ma secondo le stime di «Errorigiudiziari.com» un terzo dei procedimenti si arena. Un altro capitolo riguarda chi quella domanda non la inoltra nemmeno. «Ottenere il risarcimento è sempre più difficile perché i giudici riescono a far ricadere la colpa dell’ errore sulla vittima – denuncia il presidente dell’ Unione camere penali, Gian Domenico Caiazza – Se uno si è avvalso della facoltà di non rispondere viene accusato di non aver contribuito a chiarire l’errore. Sembra che i giudici si facciano carico dei problemi di bilancio dello Stato per non dover pagare».
Non mancano alcuni casi, dall’innocente che ha perso tutto dopo esser stato arrestato, all’uomo assolto dopo 13 anni, fino all’equivoco che portò i magistrati a confondere la droga con la mozzarella. A coté, la fuga dei magistrati dal disastrato distretto di Bari, dove mancano 8 posti e dove le venti domande di trasferimento verso il capoluogo pugliese sono state ritirate dagli aspiranti.