Arresti e perquisizioni, un nuovo terremoto al Consiglio di Stato, in particolare nel Consiglio di Giustizia amministrativa della Regione Siciliana.
L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Roma, in particolare dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal pm Stefano Rocco Fava, ipotizza la corruzione in atti giudiziari, si parla in sostanza di sentenze ‘aggiustate’ in cambio di utilità. Gli accertamenti sono stati condotti della Guardia di finanza della Capitale e chiamerebbero in causa due ex magistrati, uno a Roma e l’altro in SIcilia. L’inchiesta nasce dalle dichiarazioni rese dall’avvocato siciliano Piero Amara, arrestato un anno fa con le accuse di associazione a delinquere per la commissione di reati quali appunto la corruzione in atti giudiziari e il falso.

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