Il rischio peggiore che puo’ correre l’avvocatura? Parlare solo a se stessa, mentre intorno politica e magistratura ragionano di riforme. Eppure la giurisdizione non si compone solo della parte giudicante, di chi amministra la giustizia, ma anche di chi fa valere i diritti del cittadino.
Per questo oggi ragionare di giurisdizione e’ importante, non solo fra i tecnici, ma aprendo il dibattito in modo tale che esso sia comprensibile anche al cittadino; i cui diritti sono in gioco a causa della compressione della autonomia e della indipendenza – una volta tanto – non della magistratura, ma dell-avvocatura.
La Sessione Ulteriore della Congresso Nazionale Forense a questo dovrebbe servire, come spiega il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma, Antonino Galletti, padrone di casa il 5 e 6 aprile del Congresso stesso, convocato dall’OCF per tramite del suo coordinatore, Giovanni Malinconico.”Un’occasione importante per chiamare gli avvocati a deliberare sul loro futuro”, spiega Galletti, “natutale proseguimento della fase congressuale di Catania, nella quale si e’ parlato della necessita’ di prevedere la costituzionalizzazione del ruolo del difensore”, commentano Iacona, Masi e Stoppani per il Cnf, ricordando il patrocinio del Parlamento Europeo per l’evento da una parte, e gli avvocati in pericolo dallaltra in vari paesi del mondo, a cominciare dall’iraniana Nasrin Sotoudeh, condannata a 38 anni di carcere e a 148 frustate.
All’autonomia e indipendenza degli avvocati si richiama Walter Militi della Cassa Forense, ma autonomia sostanziale e non solo formale, specialemente in un momento delicato come questo, conclude Malinconico, “nel quale assistiamo a una deriva giustizialista che e’ autentico decadimento della giurisdizione”.
Mala tempora currunt, insomma, di fronte ai quali la necessita’ e’ quella di formalizzare una sorta di manifesto dell’avvocatura, che ribadisca con forza i principi del giusto processo. L’appuntamento e’ a Roma, all’Hotel Ergife, venerdi’ e sabato.

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