Ancora una sentenza della Cassazione su un tema delicatissimo come la violenza sessuale. Secondo i giudici di piazza Cavour, se la vittima è ubriaca per avere assunto volontariamente alcol, alla pena non può essere aggiunta l’aggravante dell’uso di sostanze alcoliche o stupefacenti.
Per questo la Corte ha rinviato in appello il processo, per rivedere la pena al ribasso. La vicenda risale al 2001 quando in primo grado del gip di Brescia aveva assolto i due stupratori non ritenendo attendibile la donna. Di diverso avviso la Corte d’Appello di Torino che nel gennaio 2017 ha condannato i due uomini a tre anni. La Cassazione con sentenza 3246 della terza sezione penale spiega che c’è “violenza sessuale di gruppo con abuso delle condizioni di inferiorità psichica o fisica” anche se la vittima ha assunto alcol volontariamente, visto che “in uno stato in infermità psichica”, a prescindere da chi l’abbia determinato, mancano le condizioni per prestare un “valido consenso”. Tuttavia, “l’assunzione volontaria di alcol esclude la sussistenza dell’aggravante”, e l’aumento di pena: “deve essere il soggetto attivo del reato” ad usare l’alcol per la violenza “somministrandolo alla vittima”. Al contrario “l’uso volontario, incide si’ sulla valutazione del valido consenso ma non anche sulla sussistenza aggravante”.

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