Adozione del minore, se resta un legame il genitore naturale può opporsi

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La madre naturale può impedire l’adozione del figlio, se la famiglia affidataria tende a creare un clima di sfiducia e ansia nel bambino nei confronti della sua famiglia di origine.
Lo stabilisce la Cassazione valutando il caso di un coppia romana, affidataria di un bambino sin da quando aveva pochi mesi, che aveva cercato di allontanare la madre naturale dalla vita del figlio, creando nel bambino un senso di “ansia”. La donna si e’ opposta all’adozione e alla fine i giudici le hanno dato ragione.
A suo tempo anche la Corte d’Appello di Roma aveva respinto la richiesta di adottare il bambino, che oggi ha dieci anni, facendo valere il dissenso opposto dalla madre naturale, e delegando la Asl a seguire la famiglia, per cercare di ricomporre la “conflittualità” nel “superiore interesse del minore”. Secondo i giudici la donna, non convivente con il figlio e risposata, non aveva comunque perso la potestà genitoriale.
Nel caso in questione, a differenza di altri decisi in passato dalla Suprema Corte, “la madre naturale non si è mai completamente disinteressata dal figlio”, anche se da rapporti inizialmente buoni con la madre naturale, la coppia affidataria aveva cercato progressivamente di allontanare il bambino dalla madre, scavando “un solco di incomunicabilità” e così tradendo “lo spirito dell’affido”.
In questi casi, secondo la Cassazione, “per genitori esercenti la responsabilità genitoriale, il cui dissenso impedisce l’adozione particolare” si devono intendere quelli che “non siano meri titolari della responsabilità” ma “abbiano un rapporto effettivo con il minore”; al contrario il dissenso non e’ preclusivo se “sia stata accertata una situazione di disgregazione del contesto familiare”.