Si occupa di “abogados” e dell’inchiesta spagnola anche Repubblica con un lungo pezzo domenicale che amplia il discorso parlando di laureati in Scienze politiche e in Economia.
“Anche a loro avevano garantito che, semplicemente sostenendo l’ esame di convalida al corso di laurea del vecchio ordinamento, avrebbero potuto diventare abogados – si legge nel servizio – bypassando l’abilitazione professionale in Italia riservata ai soli laureati in Giurisprudenza. Ce n’erano tanti tra i 500 italiani arrivati con otto bus all’università Rey Juan Carlos di Madrid il 28 maggio 2016 per svolgere l’esame per ottenere la licenziatura en derecho. Tutti abboccati all’amo di alcune agenzie online italiane e spagnole che, per 11 mila euro a candidato, avevano garantito la convalida ad un titolo di studio ormai estinto”.
Il quotidiano fondato da Scalfari sente il parere di Alessandro Tonlorenzi, abogado presso il Collegio di Madrid e membro del cda dell’ Istituto per le specializzazioni professionali europee
«Noi lo avevamo detto subito, quel percorso che venne proposto da alcune società, evitando il master di accesso alla professione previsto dal 2014 dalla riforma, non era possibile. Ora lasciamo agli inquirenti spagnoli di valutare se vi siano dei risvolti penali».
Il Consiglio nazionale forense da tempo vigila con grande attenzione sull’iscrizione alle liste dei cosiddetti “avvocati stabiliti”, quelli cioè che hanno ottenuto l’ abilitazione altrove e che dopo tre anni diventano ordinari. “La sorte di quei 500 aspiranti abogados italiani, sotto inchiesta a Madrid, è ancora nel limbo. La scorciatoia che hanno accettato di percorrere li ha portati in un vicolo cieco e, per la quasi totalità di loro, l’iscrizione all’albo degli abogados spagnoli che consente di esercitare in tutta Europa è stata bloccata”.
Non l’unico caso. Il quotidiano fa qualche numero: i “pacchetti” proposti dalle agenzie specializzate variano dai 5.000 ai 25.000 euro.

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