A Milano dibattito-scontro fra Nardo e Travaglio

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Mentre si rinvia a giovedì il disegno di legge del governo sulla prescrizione, da approvare in Cdm con la riforma del processo penale, all’Hotel Westin di Milano va in scena il dibattito “Italia Stato di diritto”, con il presidente dell’Ordine degli avvocati di Milano Vinicio Nardo e il direttore de Il Fatto Quotidiano Marco Travaglio.
“Non tutti gli imputati che sono stati assolti non hanno commesso il reato”, dice Travaglio, provocando la reazione della platea in sala. “Ora basta”, urla qualcuno al giornalista, che prova a correggere il tiro: “Non tutte le assoluzioni corrispondono all’innocenza dell’imputato – ammette – ma diciamo anche che non tutte le condanne corrispondono alla colpevolezza”. Poco prima Travaglio aveva parlato del suo processo per diffamazione nei confronti di Cesare Previti. “Se avessi saputo che Grosso, che era avvocato dell’Espresso e del suo direttore, nel ricorso in Cassazione aveva chiesto in subordine la prescrizione, gli avrei detto di non farlo”, dice. Di altro tenore l’intervento di Nardo: “La prescrizione impone un termine al processo. Senza questo termine, ha ragione chi dice che si sostituira’ la sentenza di estinzione del reato per prescrizione con quella per morte del reo”. “Il problema del processo infinito e’ anche un problema della vittima, costretta ad aspettare anni per avere una sentenza. E questo – aggiunge Nardo – non si puo’ tollerare. Io piuttosto sarei spregiudicato nella giustizia negoziale: il patteggiamento dovrebbe essere possibile senza limiti ne’ di fase processuale ne’ di pena, ma dovrebbe essere consentito sempre”. Sullo sfondo del dibattito, lo scontro nella maggioranza, per ora rinviato con la scelta di non inserire il ‘lodo Conte bis’ nel decreto Milleproroghe.